“MI SIEDO, MI RIPOSO E PENSO… n.2” la fotografia di Tommaso Teora
L’appuntamento con le foto di Tommaso Teora si ripresenta con un tema già affrontato dall’autore nel 2022 ma con fotografie inedite, per cui questa recensione va ad integrare la precedente.
I suoi “anziani”, vissuti in maggior parte nel secolo scorso, rappresentano l’ultima testimonianza di un periodo storico dove la civiltà contadina prima, e la civiltà industriale poi, hanno uinditrasformato radicalmente usi, costumi e tradizioni della nostra terra. Quindi il contributo culturale di Tommaso è da considerarsi socialmente rilevante in quanto si trasforma in un documento autentico di vissuto.
I suoi personaggi, sempre contraddistinti da una istintiva dignità, sono colti nella loro realtà quotidiana senza preavviso per cui ancora più veri e onesti. La bravura del fotografo consiste anche nell’essersi saputo approcciare ai soggetti con rispetto e sensibilità, senza creare imbarazzi o schernimenti che avrebbero alterato la spontaneità e l’atmosfera rilassata che invece si coglie leggendo l’immagine.
Il linguaggio di Teora è semplice, comprensibile e diretto, rispecchia la personalità dell’autore ormai maturo e ricco di esperienza sul campo delle relazioni umane e sull’uso dello strumento fotografico, analogico o digitale che sia. Nelle 48 fotografie esposte, ingrandite in formato cm. 30×45 su supporto di forex, prevalgono soggetti a tutto fotogramma, pochissimo è lasciato alla lettura del contesto in cui essi sono immortalati. Ma traspare sempre qualcosa che ci rimanda all’attività, all’ambiente in cui vivono, al contesto socio-culturale, ciò vale per il motocoltivatore rosso di Delfo della località Focchiata (Alpe di S.Antoni) o il “bicchierotto” di vino e la sigaretta di Roberto detto “Ciona”. Questi particolari, in maniera simbolica e soggettiva, ci fanno comprendere molto del loro carattere. La validità della mostra consiste anche nella puntuale annotazione temporale e territoriale dello scatto inserito nelle didascalie. La data e il luogo di esecuzione della foto, il nome e l’età del soggetto, consentono di valutare e orientare inequivocabilmente l’immagine. Anche i toponimi delle località sparse sulla montagna, o nelle campagne circostanti i paesi, sono originali e suggestivi: Corcheta, Focchiata, Cerreta, Pianacci, stimolano l’immaginazione e mantengono viva la memoria di un catasto storico noto solo ai Terrilogi parrocchiali. Per non parlare dei nomi propri di persona rilevati in mostra; si va da Odino e Angelica a Rolando e Ruggero attinti da personaggi epici dei poemi cavallereschi.
Alcune fotografie sono scattate in ambienti domestici interni, soprattutto nei casi di ultra centenarie come Isabella di ben 106 anni ed Armida di 105, veri fenomeni di longevità di cui la Garfagnana va orgogliosa. Di particolare bellezza l’insolita presenza del gatto nelle vicinanze della casa di Sisto a Sassorosso.
Altre caratteristiche che si notano nelle fotografie sono rappresentate dai “calzerotti”(calzettoni di lana prodotti artigianalmente) indossati da donne e uomini, le pantofole marroni con cerniera, i bastoni a sostegno della deambulazione, la sedia “sull’uscio di casa” dove riscaldarsi al sole.
Tutto rievoca il passato senza retorica, senza rimpianti per una vita fatta di fatica, spesso di sacrificio, a volte di miseria, supportata solo dal salvifico lavoro della terra e una trascorsa solidarietà umana.
Cristoforo Feliciano Ravera
MI SIEDO, MI RIPOSO E PENSO n.2 di Tommaso TEORA
Quasi sempre i “sequel” fanno rimpiangere l’opera originale. Ma nel caso di capolavori come Star Wars o Il Signore degli Anelli risultano invece altrettanto piacevoli dell’Originale e anzi spesso lo completano mirabilmente. Questo “lavoro duepuntozero” del Mo.Teora, (che vivaddio ci annuncia anticipatamente una Primavera che in verità ci accompagna in maniera “preoccupante” da prima di Natale) non può che completare il primo “lotto” di una serie che io avrei titolato: DIGNITA’.( La condizione di nobiltà ontologica e morale in cui l’uomo è posto dalla sua natura umana, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e che egli deve a sé stesso. TRECCANI).
Perchè questi suoi “conterranei” sicuramente amichevoli se non Amici, i cui volti trasudano la fierezza e la pazienza di questa Terra meravigliosa, e un po’ misteriosa, hanno negli occhi, nella postura nell’aspetto l’ultimo baluardo di una fierezza antica. Da sempre, o quasi, a disposizione anche per i meno abbienti (anzi): LA DIGNITA’, appunto.
DIGNITA’. Condizione ma anche dote ormai ridotta a fantasma del passato che sembra essere un bagaglio inutile in un mondo dove tutto corre ed è (quando va bene) “A BASSA RISOLUZIONE”. Per la perdita di tutto quello che la DIGNITA comprendeva “(…) sta nel suo essere razionale e capace di vita morale, ed è ciò che gli impone di agire sempre in modo da trattare l’uomo, così in te come negli altri, sempre anche come fine e mai solo come mezzo – Kant”
DIGNITA’ che per queste persone meravigliose ha significato, famiglia, figli, lavoro SPERANZA. Si, SPERANZA, sempre accesa nei loro occhi anche se il “lampo” della Vita dovrebbe affievolirsi, perché è stata e continua ad essere il fuoco che anima in fondo ai loro occhi. Tommaso ha fotografato proprio quello. Il “suo” Punctum. Anche se magari non conosce Roland Barthes. Nessuna traccia in quei volti segnati amorosamente dal tempo, (che è sempre AMICO DEI GIUSTI, non lo scordiamo) del totale Nichilismo dei nostri giorni: fine dei valori, dello scopo (speranza) i “perché” senza risposta. Dovremmo consultare molto meno i nostri telefonini e parlare di più con questi ”umani forzieri di esperienza” (gli episodi della vita positivi o negativi sono sempre esperienza positiva) e vera cultura popolare. Il Mo. Teora da sempre con le sue Opere IRRIPETIBILI, da tempo ci invita a farlo. LORO sono li, seduti riposati (finalmente) e…pensano: cosa possiamo fare per dare un pò di speranza a questi giovani? Perché senza Speranza, anche il naturale evolversi dei Valori si spenge e vengono a mancare i punti di riferimento (coefficienti sociali). Non perdiamo tempo. Anche chi non ama i Libri potrebbe amare le storie di vita che gli Amici del Mo.Teora sono pronti, lì, a raccontarci. Grazie Tommaso per l’occasione che ci dai con le tue serene e avvincenti immagini. Un invito piacevole per gli occhi e per la Mente. GRAZIE
© gigi lusini