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La Fibula d’Oro2022-06-22T14:59:06+02:00

PREMIO RODOLFO PUCCI “LA FIBULA D’ORO”

Il Circolo ha istituito nel 1999 il premio Rodolfo Pucci “La fibula d’oro” da assegnare a chi si è distinto ai più alti livelli nel favorire la “Fotografia-incontro con la gente” e che annualmente verrà consegnato ad un personaggio della Fotografia italiana che si sia distinto come qualità fotografica e come elemento di coesione nel mondo fotografico.

Il premio nasce per riproporre negli anni i valori umani del nostro fondatore e Presidente Rodolfo Pucci, che fra le proprie caratteristiche aveva quella di fungere da collante, da legante per tutta l’associazione, da qui il concetto di fibula o fibbia.

Vincitore della ultima edizione:

Michele Smargiassi

Il Circolo Fotocine Garfagnana ha istituito nel 1999 il premio Rodolfo Pucci ”La fibula d’oro”,  per riproporre negli anni i valori umani di Rodolfo Pucci, fondatore del Circolo e suo Presidente, da assegnare a chi si è distinto ai più alti livelli nel favorire la “Fotografia-incontro con la gente”.

Sintetizzare in poche righe la motivazione che ha spinto il Fotocine Garfagnana ad assegnare la “Fibula d’oro 2022” a Michele Smargiassi è semplicemente un peccato di presunzione di cui ci siamo macchiati.

Michele Smargiassi, è un grande giornalista, uno scrittore affermato, un blogger reiterato. Si, è tutto questo, ma soprattutto è un antropologo culturale che attraverso l’uso della parola, scritta e parlata, fotografa da sempre la Fotografia e ciò che ne è parte, con il disincanto liberatorio di chi sa trasformare la complessità della materia in condizione di limpidezza, e viceversa. Ed ecco che la sua opera, disseminata su territori culturali diversificati, non germina solo la Fotografia-incontro con la gente, a cui ci ispiriamo in questa sede e di cui Michele è davvero maestro (ricordiamo l’intrigante conduzione di Fotocrazia, la sua famosa rubrica “pensatrice”), ma innesca anche operazioni trasversali nel tempo e nello spazio, inventando la Fotografia-incontro con i Grandi Fotografi del passato, praticata attraverso interviste immaginate, impossibili, ma probabili come lui stesso le definisce. Divulga la cultura visuale ed il potere dello sguardo adducendo la differenza fra fotografia comica e fotografia ridicola, asseverandone talvolta il significato politico e sociale. Sparge domande e favorisce la dialettica del dubbio prima di sottoporci le proprie rivelazioni. Insegna con generosità l’arte del ragionamento evolutivo e rivoluzionario. Insomma, Michele Smargiassi ci costringe a pensare e a ripensare e lo fa utilizzando Fotografie che già esistono e che nella loro singolarità oggettiva “condividono tutte una medesima, forte, semplice spinta antropologica, morale, umana: la voglia di vedere il mondo e di condividere quella visione”.

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