Si è svolta a Castelnuovo di Garfagnana presso la Rocca Ariostesca dal 29 Luglio al 7 Agosto 2011. Manifestazione con patrocinio FIAF M34/2011 con la collaborazione del Comune di Castelnuovo Garfagnana, Comunità Montana della Garfagnana e Provincia di Lucca.

PROGRAMMA:

Venerdi 30 Luglio

ore 18,00: Inaugurazione mostre

ore 21,30: “Quelli che …ci si alzava alle 5 per andare a fotografare in Garfagnana “ Incontro con Giancarlo Cerri e Omero Tinagli

Martedi 2 Agosto

ore 21,30: Presentazione del libro “NATURA di SAN ROSSORE – CREAZIONI nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli” e incontro con l’autore Carlo Delli.

Venerdì 5 Agosto

ore 21,30: Tavola rotonda su “I limiti che cambiano la fotografia”, con Giovanna Calvenzi e Renata Ferri photo editor di riviste RCS, Alberto Giuliani fotografo di LUZ , Fulvio Merlak della FIAF, Gabriele Caproni del Circolo Fotocine Garfagnana

Sabato 6 Agosto

ore 15,00 – 18,00: Portfolio dell’Ariosto

ore 21,30: Consegna Premio Rodolfo Pucci “la fibula d’oro” a Giovanna Calvenzi. Intervista a cura di Fulvio Merlak Presidente d’onore della F.I.A.F.

Domenica 7 Agosto

ore 9,00 – 17,00: Portfolio dell’Ariosto

ore 21,00-23,00: Presentazione lavori vincitori il Portfolio dell’Ariosto 2010.

Mostre

“Vietato! I limiti che cambiano la fotografia”
Ci siamo quasi abituati.
Guardiamo le fotografie sulle pagine dei periodici italiani e non ci stupiamo di vedere volti pixelati (ci siamo abituati anche a questo brutto neologismo) o striscette nere (pecette?) che coprono occhi o visi.
Cerchiamo di fotografare per la strada, situazioni di vita che la storia della fotografia ha reso parte integrante della nostra cultura visiva, e ci accorgiamo che ci poniamo dei limiti. Che preferiamo che le persone siamo di spalle, che l’idea di chiedere una liberatoria o un’autorizzazione rallenta il ritmo del nostro lavoro, distrae la concentrazione. Evitiamo scientemente i bambini, abbiamo nella testa la confusa percezione che esiste una Carta di Treviso che li protegge e nell’incertezza soprassediamo.
E la relazione che abbiamo con la fotografia e con le sue possibilità di narrazione cambia. Nonostante l’opera di informazione che alcune benemerite associazioni professionali cercano di fare, sulla legge che regola il rispetto della privacy dei cittadini italiani c’è grande confusione. Si può fotografare per la strada ma le foto non si possono pubblicare. Quando un luogo pubblico è abbastanza pubblico da permetterci di lavorare? Se non possiamo pubblicare possiamo almeno stampare ed esporre in mostra le nostre foto? La gloriosa street photography è davvero destinata a scomparire? Dobbiamo avere sempre con noi un model release da far firmare a tutti quelli che entrano nelle nostre immagini?
La legge sulla privacy ha fatto comunque il suo corso e nella percezione delle proprie possibilità operative sul territorio nazionale i fotografi italiani si sentono quotidianamente condizionati da un riflesso pavloviano che porta all’impedimento. Provini e SIM Card pullulano di immagini che non sappiamo se possiamo usare.
Il recente millennio avrà, almeno in Italia e in pochi altri strutturati Paesi, scarsa documentazione sulla società oggi contemporanea e sui suoi comportamenti. Là dove la fotografia è registrazione e memoria, ci saranno dei vuoti di memoria. Il nostro presente rischia di non diventare immagine per il futuro. Le più raffinate abilità nel raccontare l’evoluzione della società italiana, i comportamenti, le mode, resteranno forse inespresse.
La provocazione proposta con la mostra “Vietato!” suggerisce anche esercizi di percezione di grande interesse. L’oscuramento di alcuni volti dei protagonisti delle immagini proposte altera la lettura delle immagini, suggerisce colpevolezze, aggiunge interpretazioni morbose alla serenità delle situazioni, scompagina gli equilibri fra le persone ritratte nella fotografia.
I limiti che la legge sulla privacy impone stanno cambiando la fotografia o forse, meglio, inducono i fotografi a sentirsi meno liberi. A volte è vero, a volte è necessario, spesso ce lo siamo inventati noi.  Se la legge non ammette ignoranza, la fotografia fa lo stesso. La nostra ribellione a quella che spesso viene vissuta come coercizione alle nostre possibilità espressive può passare solo attraverso la conoscenza. Per sentirci di nuovo liberi. Per conservare memoria di quello che siamo, che siamo stati, che saremo.

Giovanna Calvenzi

La mostra, ideata da Gabriele Caproni e curata da Giovanna Calvenzi, Renata Ferri e Gabriele Caproni presenta le foto gentilmente messe a disposizione da 55 autori: Alessandro Albert , Marco Anelli, Isabella Balena, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Massimo Berruti, Michele Borzoni, Piergiorgio Branzi,  Luca Campigotto, Alessandra Capodacqua, Lorenzo Castore, Enzo Cei, Gianni Cipriano, Francesco Cito, Ignacio Coccia, Cesare Colombo, Chico De Luigi, Stefano De Luigi, Federica Di Giovanni, Giulio Di Sturco, Simone Donati, Carlo Furgeri, Gabriele Galimberti, Simona Ghizzoni, Alberto Giuliani, Elena Givone, Alessandro Imbriaco, Francesca Leonardi, Uliano Lucas, Sirio Magnabosco, Alex Majoli, Mancuso, Marangoni, Giovanni Marrozzini, Davide Monteleone, Antonella Monzoni, Omenetto, Paolini, Mario Peliti, Perolari, Marta Primavera, Francesco Radino, Rocco Rorandelli, Giulio Sarchiola, Annette Schreyer, Shobha,  Massimo Siragusa, Toni Thorimbert, Giovanni Umicini, Riccardo Venturi, Paolo Verzone, Francesco Zizola.

  • La mostra “VIETATO!” è stata esposta a Firenze alla Fondazione Studio Marangoni Via San Zanobi 19r dal 20 Ottobre al 15 Dicembre. Il 21 Ottobre Tavola Rotonda presso il CIS Firenze Meeting via Fiume 7 su “I limiti che cambiano la fotografia” con Giovanna Calvenzi (Photoeditor), Gabriele Caproni (Circolo Fotocine Garfagnana), Renata Ferri (Photoeditor), Martino Marangoni (Fondazione Studio Marangoni), Pietro Paolini (Terraproject), Claudio Pastrone (FIAF), Michele Smargiassi (La Repubblica), Massimo Stefanutti (avvocato)NATURA di SAN ROSSORE – CREAZIONI nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli di Carlo DELLIMi sono innamorato del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli fin dagli inizi degli anni ottanta, quando fotografavo insetti. Ho poi allargato il mio sguardo a tutti gli altri animali e sono stato successivamente attratto dai paesaggi ma soprattutto dai micropaesaggi che tutti i componenti della Natura offrono: gli alberi, le rocce, gli stessi animali e in special modo l’acqua. Infine ho guardato e ancora guardo agli aspetti creativi della fotografia naturalistica e ai contatti della Natura con l’arte figurativa e astratta. Ma nonostante tutti i cambiamenti, i miei orizzonti sono stati sempre ampiamente riempiti da questo territorio,  a partire dai boschi di Migliarino e dal lago di Massaciuccoli, situati nel comune di Vecchiano, fino all’eccezionalità degli ambienti della Tenuta di San Rossore, che si divide tra i Comuni di Pisa e di San Giuliano Terme.
    Il fotografo di Natura torna e ritorna negli stessi luoghi, guarda a lungo e con attenzione ogni particolare, si alza quando è ancora notte, passa ore chiuso nel suo capanno, non si cura del caldo, del freddo, delle zanzare, dei tafani, degli acari, e questo suo agire viene definito spesso coi termini di pazienza e di sacrificio, ma anche con commenti negativi. Eppure tutto questo è la normale conseguenza della sua passione: non c’è sacrificio, anzi non vede l’ora di esserci ancora, specialmente in questo Parco dove la Natura prepara spettacoli diversi non solo ogni stagione ma addirittura ogni giorno. E per essere spettatori basta davvero solo esserci, anche se non solo col solo corpo e la mente ma soprattutto col cuore e lo spirito.
    Ho quindi osservato, spiato e studiato per più di sette anni tutti gli attori del Parco: dai piccoli muschi agli alberi più imponenti, dagli insetti ai grandi mammiferi, dai paesaggi alle acque. Ho così attraversato ambienti e stagioni cogliendo il duraturo permanere dei tronchi  come l’effimero movimento delle ragnatele, fermando i guizzi del sole sulle rare acque correnti come il vento sulle foglie e sulle erbe, seguendo la nascita dei piccoli come la morte dei giganti e tantissimo d’altro di quell’infinita varietà di Creato che specialmente la Tenuta di San Rossore sa offrire a chi ha cuore e spirito per accoglierla.
    Qui Creazione e creatività si esaltano a vicenda. Spero di essere riuscito a passare dalle visioni più tradizionali a quelle più creative ed insolite della fotografia di Natura e a restituirvi almeno una parte dell’atmosfera magica di questo luogo coi suoi abitanti, mobili o immobili ma mai inanimati. Tutti, anche i tronchi morti, hanno qui un’anima.”L’unico ad essere diverso eri tu” di Stefano GIOGLI – Vincitore PORTFOLIO ITALIA 2010

    “L’idea di affrontare con la fotografia l’argomento Teenager è nata quasi come sfida contro chi troppo spesso cavalca ingiustamente e gratuitamente con mire sensazionaliste fatti negativi che vedono coinvolti i giovani in genere”. L’autore ritiene la fotografia, in particolare, la macchina fotografica, lo strumento più adatto per mediare con gli adolescenti, per entrarvi in connessione e stabilire con loro relazioni, interrogare le loro identità, le loro consapevolezze, le loro paure, in un non-luogo per eccellenza, speciale, qual è la stanza da letto, il prototipo della dimensione giovanile, contenitore di comportamenti, raccoglitore e custode di esperienze, una sorta di piccolo archivio delle prime avventure della vita. Per un adolescente la propria “cameretta” è molto, forse tutto, sintesi della propria dimensione, universo dove sono riposti i propri sogni, le proprie consapevolezze, le proprie incertezze. Un microcosmo di dimensioni irregolari, tra astrazioni e realtà, che significa lettura, riflessione, silenzio, progetti, sogni, ma anche lo spazio dove godersi la gioia per aver vissuto una esperienza nuova, imprevista, oppure metabolizzare il dispiacere di una cocente delusione. E’ un piccolo mondo nel quale sono disseminate, in un kaos di significati, i segni del proprio essere, le tracce delle proprie abitudini, i simboli dei propri interessi, tra possibile e impossibile, reale e immaginario. Con questa indagine-studio Giogli si propone come lettore e interprete del contesto giovanile, dei loro spazi, dei loro vissuti, delle loro esperienze.

    “MiRelLa” di Fausto Podavini di Roma

    Tre note musicali.

    L’Aggiunta di una ”l” fa di queste 3 note un nome di donna. Mirella.

    Basta l’aggiunta di una lettera e le tre note diventano sinonimo di Forza, Amore, Dedizione.

    Mirella 71 anni.

    Alle sue spalle 44 anni vissuti insieme all’unica persona che abbia mai amato, 44 anni di condivisione, di difficoltà superate insieme, di sorrisi e di momenti belli; una famiglia, una casa, valori trasmessi.

    Ma è ormai da alcuni anni che le sue giornate sono cicliche e monotone, ma con dedizione, forza e amore, (Mi Re La) prova a guardare avanti…finché c’è vita c’è speranza…dall’altra parte però i ricordi si consumano giorno dopo giorno, lentamente inesorabili.

    MI-RE-LA è la storia dell’amore di una donna per il proprio marito, ritrovatasi all’improvviso ad affrontare da sola la più grande difficoltà mai vissuta, fatta di speranze e incredulità, angoscia e rassegnazione, dolore e impotenza.

    Sono 35,6 milioni le persone con demenza oggi nel mondo.

    Il dato è destinato quasi a raddoppiare nei prossimi vent’anni con 65,7 milioni di malati nel 2020 e 115,4 milioni nel 2050.

    I paesi più colpiti sono: Cina, India e America Latina.

    Il 58 per cento delle persone con demenza vivono nei paesi in via di sviluppo, saranno il 71 per cento nel 2050.

    Sebbene la demenza colpisca prevalentemente le persone anziane, vi è una crescente consapevolezza di casi che iniziano prima dei 65 anni. Dopo i 65 anni, la probabilità di essere colpiti da demenza raddoppia circa ogni 5 anni.

    Le persone affette da Demenza, i loro familiari e amici sono colpiti a livello personale, emozionale, finanziario e sociale. La mancanza di consapevolezza è un problema globale. Una giusta comprensione dei costi della società causati dalla demenza e di come impattino sulle famiglie, sui servizi sanitari e sociali e sui governi potrebbe aiutare ad affrontare questo problema.

    “8 Dollari” di Mauro Pennacchietti

    Dal più piccolo nugolo di case, quieto ma incredibilmente vivo, alla calda ed umida Calcutta.

    Per ogni luogo percorso Mauro Pennacchietti ha trovato la sua personale scatola della memoria in quattro pareti che per l’osservatore diventano la siepe di leopardiana reminiscenza oltre la quale solo l’immaginazione può volare. Così, dai piccoli disegni o dai pochi suppellettili che troviamo raccontati nelle inquadrature, cerchiamo di carpire e interpretare le situazioni e gli eventi che l’oltre ci sussurra. Siamo nella cassa armonica di un sitar che risuona le melodie nate durante il giorno dall’incontro tra le sue corde e la mano del musico.

    Come in alto così in basso diceva Ermete Trismegisto… così dentro così fuori, così l’anima così l’India e il Nepal.

    “8 dollari” è il costo dello spazio dell’incontro con se stessi e con l’infinito.

    Sara Piersantelli

    “Bologna quartiere Pilastro” di Fabio Domenicali

    Bologna-quartiere Pilastro-interno 47

    Silvia, Andrea ed il loro cagnolino abitano in un anonimo condominio all’interno 47 del degradato quartiere Pilastro a Bologna.

    Da tempo vivono soli, il padre di Andrea se ne è andato diversi anni fa e Silvia, disoccupata, ha iniziato ad accogliere in casa i propri clienti che incontra sui social network.

    Silvia, non più giovanissima, accoglie i propri clienti mascherata da farfalla mentre Andrea gioca ignaro nella propria stanza.

    Secondo recenti ricerche, questo fenomeno probabilmente alimentato dalla crisi economica, è in rapida espansione e interessa persone di ogni fascia di età e sesso.

    “Uno spazio libero” di Giuliana Di Giulio e Simone Giuntoli

    Passeggiando lungo i viali delle grandi città russe, le cosiddette “città chiuse” dell’ex Unione Sovietica, la sensazione è quella di essere aggrediti dalle immagini pubblicitarie: cartelloni, pannelli, striscioni sono presenti ovunque, in maniera sproporzionata nel contesto urbano.

    Slogan, marchi, foto dei testimonial delle grandi multinazionali occupano tutti gli spazi disponibili e dominano lo sguardo del passante, che sembra, ma è solo apparenza, subirli indifferente.

    E se è vero che, “ tutto ciò che ci circonda ci parla e ci racconta”, la riflessione nasce spontanea, e con la riflessione la metafora.

    E’ come se, in un arco temporale relativamente breve, i grandi manifesti del periodo del regime sovietico, fossero stati semplicemente sostituiti con quelli dell’altro regime, quello globale: sempre di regime si tratta.

    L’ osservatore ancora una volta, è indirizzato verso un preciso stile di vita, che è di fatto l’unico, e comunque condizionato da “qualcuno” che gli suggerisce, ma i fondo gli impone, cosa indossare, cosa mangiare, come apparire. La figura femminile sembra essere più debole da questo punto di vista, e per questo più bersagliata.

    Per assurdo, pare quasi essere divenuti schiavi oggi, di ciò che in altri tempi è stato sinonimo di libertà.

    Isaiah Berlin sosteneva che “l’essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare.

    La vera libertà è questa e senza di essa non c’è mai libertà di nessun genere e nemmeno l’ illusione di averla”.

    Purtroppo il “sistema immenso” ci ha già inghiottito, e quella libertà essenziale , unica via d’uscita, e’ costantemente minacciata, mascherata, talmente confusa da non essere più’ riconoscibile.

    Usando il mondo della pubblicità come metafora, forse la vera conquista potrebbe essere uno “SPAZIO LIBERO”.

    *“Spazio libero” riferito alla scritta, che a volte si trova sui pannelli pubblicitari ancora vuoti, lungo le strade.

    “Il tempo sospeso” di Galileo Rocca

    “Memori della lezione di Ghirri e di Chiaramonte, ma anche dei grandi fotografi della grande tradizione americana (Walker Evans su tutti), le fotografie di Galileo Rocca rispondono essenzialmente a due principi: a quello della trasformazione dei colori, e a quello dell’appiattimento delle immagini. Scelte che determinano un risultato singolare, dove ciascuna immagine, che dovrebbe essere densa di spazi e quindi di potenziali racconti, diventa parete, un manifesto, una affiche.”Ebbene, Rocca ha deciso di costruire le sue fotografie come dipinti della astrazione, quella del secondo-terzo decennio del ‘900 fra Bauhaus e de Stijl, ed ha saputo inventare uno spazio nuovo, uno spazio per la meditazione. Apprezzo molto la lunga durata di queste immagini, il loro tempo sospeso, la loro sommessa, intensa qualità.(….)

    “Ebbene, Rocca ha deciso di costruire le sue fotografie come dipinti della astrazione, quella del secondo-terzo decennio del ‘900 fra Bauhaus e de Stijl, ed ha saputo inventare uno spazio nuovo, uno spazio per la meditazione. Apprezzo molto la lunga durata di queste immagini, il loro tempo sospeso, la loro sommessa, intensa qualità.” Carlo Arturo Quintavalle.

    “Scianguer e il giardino dei buoni veri” di Egisto Ceccatelli

    Scianguer è il soprannome di Pasquale Farci, un pescatore che opera nella costa sud-occidentale della Sardegna, un uomo dotato di sorprendente fantasia ed invidiabile creatività. Utilizzando bamboline di stoffa fatte da sua moglie e vari oggetti raccolti per strada, Scianguer ha realizzato un enigmatico giardino che può essere considerato una vera e propria opera di arte contemporanea.

    “Il giorno del Kippur” di Mario Daniele

    E’ il 28 settembre 2009. Arrivo alla stazione centrale di Haifa Merkaz con l’ultimo treno, anche se sono appena le 14. I pochi passeggeri scendono, e si disperdono velocemente. Mi aggiro per la città senza meta. Sembra di essere in una città fantasma. Nessuno in giro. Per le strade non circolano né auto né mezzi di trasporto pubblici. Dove sono finiti tutti quanti?

    Il portfolio racconta una piccola storia, ordinaria ed eccezionale allo stesso tempo. Una giornata particolare. Lo stupore di uno “straniero” in una città deserta.

    “Sit-in” di Enrico Genovesi

    Abdullah Esmez ha 34 anni, è di nazionalità Turca e di origine Curda. Nel suo paese si occupava di pastorizia. Accusato di far parte del PKK, di cui nega l’appartenenza, si trova costretto a fuggire e si imbarca per l’Italia dove ottiene asilo politico e dove risiede dal 2006. Successivamente viene raggiunto dalla sua famiglia: la moglie e i tre figli.

    In Italia trova occupazione come cameriere e successivamente come giardiniere. Prende quindi un appartamento in affitto e tutto fila liscio per un paio di anni, fino a quando il lavoro comincia a scarseggiare. Non riuscendo a far fronte alle spese per l’affitto viene colpito da sfratto che diventa esecutivo nel mese di maggio 2010. Dopo un disperato tentativo di resistenza cede e si lascia sfrattare.

    Abdullah e la sua famiglia rifiutano la sistemazione che viene loro proposta, in una roulotte all’interno di in camping, e si trovano così per strada decidendo di accamparsi davanti al municipio in segno di protesta. Il sit-in trova la solidarietà e l’appoggio di connazionali e parenti dando luogo ad un presidio permanente che scatena riflessioni controverse da parte della cittadinanza.

    Dopo alcuni giorni di trattative la famiglia curda accetta una sistemazione provvisoria di alcuni mesi in una casetta bungalow all’interno del camping.

    La selezione di immagini testimonia questo particolare momento della famiglia Esmez come rappresentativo delle tipiche difficoltà quotidiane del “rifugiato politico”.

    “Contemporanea” di Giovanni Presutti

    Durante l’ultimo anno ho fotografato i più importanti edifici nelle principali città europee focalizzando la mia attenzione soprattutto sulle opere costruite nell’ultimo decennio. Ho effettuato una ricerca metodica documentandomi a fondo prima di ogni viaggio rilevando come due siano gli aspetti che accomunano la maggior parte di essi.

    In primo luogo l’imponenza, la spettacolarità e la dedizione all’estetica. Appare evidente come, parallelamente ad una società contemporanea sempre più rivolta a prendersi cura della esteriorità, i “manufatti” della stessa, anche i più complessi, seguano lo stesso percorso ( pur non peccando di funzionalità).

    In secondo luogo la uniformità stilistica e progettuale. In ogni paese troviamo idee e materiali simili, molto spesso non legati alla tradizione locale, tanto che non sarebbe facile, se non lo si sapesse, contestualizzare un edificio in un determinata nazione invece che in un’altra. Come se in qualche modo si sia realizzata a livello architettonico, positiva o meno che la si voglia considerare, quella unione europea che ancora stenta ad affermarsi a livello politico e sociale.

    Ho costruito il mio progetto intorno a questi aspetti, sublimando nei miei soggetti le loro comuni peculiarità estetiche, lavorando con le linee, i materiali e i riflessi, giocando con le diverse prospettive ho cercato in essi la purezza delle forme astraendo le stesse fino a creare un unico contesto rappresentativo della nostra epoca. Questo è un estratto del più ampio lavoro.

    Mostra diffusa nelle vetrine del centro storico di Castelnuovo di Garfagnana a cura del Circolo Fotocine Garfagnana
    Con le foto di: Stefania Adami, Gabriele Caproni, Roberta Cavani, Silvia Cavani, Valeria Coli, Nicola Girolami, Pietro Guidugli, Fabrizio Iacomini, Anita Lenzi, Simone Letari, Simona Lunatici, Gigi Lusini, Maria Magagnini, Rossella Piccinini, Giorgio Psaltidis, Vittorio Rocchiccioli, Tommaso Teora, Giuliana Valdrighi.

    Spazio libreria di HF Distribuzione e selezione libri FIAF, con la possibilità di conoscere, sfogliare e acquistare un’ampia scelta di libri fotografici , manuali e riviste di fotografia.

    Premio Rodolfo Pucci – Fibula d’oro 2011

    Sabato 6 Agosto alle ore 21,30 – Sala “L.Suffredini”

    Consegna del premio Rodolfo Pucci “la fibula d’oro” a Giovanna Calvenzi. Intervista pubblica di Fulvio Merlak.

    Il Circolo Fotocine Garfagnana ha istituito nel 1999 il premio Rodolfo Pucci ”La fibula d’oro”, per riproporre negli anni i valori umani di Rodolfo Pucci, fondatore del Circolo e suo Presidente.

    Hanno ricevuto il premio nel 1999 Giorgio Tani, nel 2000 Fosco Maraini, nel 2001 Roberto Evangelisti, nel 2002 Sergio Magni, nel 2003 Antonio D’Ambrosio, nel 2004 Nino Migliori, nel 2005 Francesco Cito, nel 2006 Letizia Battaglia, nel 2007 Uliano Lucas, nel 2008 Piergiorgio Branzi, nel 2009 Giovanni Chiaramontee nel 2010 Giovanni Marrozzini.

    Riconosciuta internazionalmente come punto di riferimento nell’editoria fotografica italiana, Giovanna Calvenzi ha al suo attivo una carriera di assoluto rilievo. Punto di incontro tra la fotografia prodotta e pubblicata ai più alti livelli professionali, non ha mai tralasciato anche il mondo dilettantistico, mettendosi al servizio delle numerose iniziative organizzate dai Circoli e Associazioni in Italia, promuovendo la cultura fotografica tramite l’insegnamento, dibattiti, interviste e incontri.

    Nello spirito del premio Rodolfo Pucci ”La fibula d’oro”, che ogni anno il Circolo consegna a chi nel mondo della fotografia si è distinto ai più alti livelli nel favorire la “Fotografia-incontro con la gente”, l’evolversi dei rapporti umani attraverso il mezzo fotografico, il diffondere la cultura fotografica, in questo anno 2011 il premio viene assegnato a Giovanna Calvenzi.

    Giovanna Calvenzi

    Inizia collaborando come assistente dei fotografi Federico Patellani, Cesare Colombo e Toni Nicolini. Nel l973, dopo essersi laureata in Magistero di Lettere all’Università Cattolica di Milano, insegna storia della fotografia e linguaggio fotografico presso i corsi professionali per fotografi della Società Umanitaria, diventata in seguito Centro di Formazione Professionale della Regione Lombardia Riccardo Bauer. Per alcuni anni ha fatto parte del Collettivo DonneFotoreporter di Milano, con il quale ha partecipato a diverse mostre fotografiche collettive. Dopo aver collaborato per parecchi anni, con immagini e testi, al quotidiano Lotta Continua, nel 1977 ha iniziato a lavorare per l’editoria fotografica e in particolare con il mensile della Mondadori Il Fotografo, collaborazione ininterrotta fino alla chiusura del giornale nel l984. Sempre nel 1977 ha collaborato alla realizzazione del film in 16 mm. “Proletariato giovanile”, per la Biennale di Venezia. Nel 1979 ha partecipato alla realizzazione del volume La più bella sei tu, con immagini di Federico Patellani. Nel 1981-82 ha curato la parte storica e linguistica dell’enciclopedia Il mondo della fotografia per l’editore Alberto Peruzzo. Nel l983 ha collaborato alla realizzazione della mostra Professione fotoreporter, sull’attività dell’Agenzia Publifoto di Vincenzo Carrese. Nel l984 si è occupata della redazione della parte storica di Il dizionario della fotografia, pubblicato da Francesco Ciapanna, Roma. Fino al 1985 ha collaborato a diversi periodici (Capital, Amica, Domus, Interni, Photo Italia, Linea Grafica) e nell’aprile dello stesso anno è diventata photo editor di Amica, della RCS Periodici. Nel luglio 1987 diventa capo redattore del mensile Max e nell’ottobre dello stesso anno è di nuovo photo editor di “7”, il supplemento del sabato del Corriere della Sera. Il 2 gennaio 1990 diventa direttore della fotografia di Vanity Fair, delle Edizioni Condé Nast Italia e nel marzo 1991 direttore del mensile Lei, sempre delle Edizioni Condé Nast, che lascia nel febbraio 1992. Nel 1990 al Palais de Tokyo, Parigi, riceve il premio creato dall’associazione “Droit de Regard” come miglior photo-editor in Europa. Nel luglio 1992 diventa photo editor di MODA delle Edizioni Nuova ERI (diventate nell’agosto 1995 Gruppo Espansione). Dal gennaio 1996 inizia a lavorare come photo-editor al magazine della Stampa, Specchio. Dal 1996 è membro del comitato consultivo del programma di aiuto alla fotografia “Mosaique”, in Lussemburgo. Nel 1998 è direttore artistico dei Rencontres Internationales de la Photographie di Arles. Dal 1999 al 2002 è membro del comitato per le acquisizioni del Fond National d’Art Contemporain di Parigi. Nel gennaio 2000 diventa photo-editor di Sportweek, il magazine della Gazzetta dello Sport. Dal febbraio dello stesso anno tiene una rubrica settimanale sull’immagine su Specchio. Nel 2002 è ‘guest curator’ di Photo España a Madrid e dall’ottobre dello stesso anno insegna presso il Master in Editoria alla Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna. Nel 1995, 2005 e 2010 è stata membro della giuria del World Press Photo Contest ad Amsterdam e per due volte ha insegnato al Master Class del World Press Photo.

    Portfolio dell’Ariosto – Premio SONY

    Il “Portfolio dell’Ariosto” è una manifestazione di livello nazionale di lettura di Portfolio fotografici. Dal 2004 è fra le manifestazioni che partecipano al Circuito Nazionale di Selezioni a lettura di Portfolio PORTFOLIO ITALIA, che quest’anno riunirà ancora una volta 8 manifestazioni di lettura di portfolio (Carrara, S.Felice sul Panaro, Corigliano Calabro, Rovereto, Castelnuovo di Garfagnana, Savignano sul Rubicone, Bibbiena e Roma) caratterizzate da una ampia partecipazione e ritenute le più significative del panorama nazionale.

    Hanno avuto la funzione di lettori: Giovanna Calvenzi Photo editor,Luigi Erba Fotografo e critico fotografico, Roberto Evangelisti Insegnante di fotografia, Renata Ferri Photo editor,Fulvio Merlak Presidente d’onore della FIAF,Giorgio Tani Presidente d’onore della FIAF che hanno discusso con i partecipanti, i lavori dei 65 autori partecipanti e dei 4 autori del Circolo Fotocine Garfagnana partecipanti all’apposita sezione riservata I lavori che hanno ricevuto l’ammissione da almeno un esperto sono andati alla visione dell’intera giuria, la quale ha stabilito di premiare i seguenti lavori: 1° Premio – PREMIO SONY: “Adriatica” di Pietro Millenotti di Novellara (Reggio Emilia)

    2° Premio: “The ricicles” di Vincenzo Floramo di Trieste

    che riceveranno l’invito a partecipare a PORTFOLIO ITALIA 2011.

    3° Premio ex-aequo: “Io randagio” di Silvio Canini di Bellaria (Rimini)

    3° Premio ex-aequo: “Uscite d’insicurezza” di Giulia Marchi di Pietracuta di San Leo (RN)

    3° Premio ex-aequo: “Ashè” di Paolo Ferrera di Perugia

    Per la sezione riservata ai soci del Circolo Fotocine Garfagnana la Giuria decide di segnalare:

    “A dislivello del mare” di Stefania Adami

COMUNICATO STAMPA
Settimana della Fotografia 2010
Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) – 29 Luglio / 7 Agosto 2011

E’ stato Giani Berengo Gardin, il più famoso dei fotografi italiani, l’ospite a sorpresa nei giorni clou della Settimana della Fotografia a Castelnuovo di Garfagnana. Con Giovanna Calvenzi, photoeditor di SportWeek rivista della Gazzetta dello Sport, Renata Ferri photoeditor, di Io Donna, inserto settimanale del Corriere della Sera, Alberto Giuliani dell’agenzia LUZphoto, Fulvio Merlak della FIAF e Gabriele Caproni del Circolo Fotocine Garfagnana ha partecipato Venerdì 5 Agosto alla tavola rotonda che approfondiva il tema di “VIETATO! I limiti che cambiano la fotografia”, la mostra presentata in prima nazionale a Castelnuovo, cui hanno collaborato 55 fra i principali fotografi italiani. Della mostra ne ha parlato con un significativo intervento Michele Smargiassi su Repubblica.it e il sito dell’Espresso, che ha pubblicato una galleria con alcune delle foto in mostra.

Una mostra significativa , che sarà riproposta in altre prestigiose sedi nazionali, che ha voluto far prendere coscienza su come sia cambiato negli ultimi anni in Italia il rapporto fotografo/soggetto, anche a causa di un utilizzo non corretto delle immagini da parte dei giornalisti e sui danni che questo provoca alla rappresentazione e documentazione del nostro tempo, cosa che in quanto cittadini ci importa moltissimo.

Erano ben 13 le mostre allestite nella Rocca Ariostesca e Sala Suffredini, tutte di grande qualità e godibile presentazione, mentre nelle vetrine dei negozi occhieggiava una mostra di oltre 90 foto dei fotografi del circolo organizzatore. In settimana c’è stato l’incontro con Giancarlo Cerri e Omero Tinagli sulla Garfagnana di qualche anno fa rappresentata da fotografi provenienti da Firenze e Versilia e la presentazione del libro di Carlo Delli con le splendide foto naturalistiche scattate a San Rossore.

Giovanna Calvenzi, ospite principe della manifestazione, ha ricevuto la “fibula d’oro” del premio con cui il circolo vuole ricordare Rodolfo Pucci ed è stata apprezzata protagonista nell’intervista pubblica di Fulvio Merlak, già presidente della FIAF, in cui si è parlato del ruolo del photo editor e del dietro le quinte della stampa periodica italiana.

Sabato 6 e Domenica 7 Agosto ben 67 autori provenienti da tutta Italia con tante opere di grande qualità, hanno partecipato al Portfolio dell’Ariosto, che nella piazzetta all’ombra della rocca ha visto folle di appassionati circondare i tavoli dove venivano esaminati i lavori fotografici presentati. Il vincitore del Portfolio dell’Ariosto 2011, che si è aggiudicato il premio messo in palio dalla SONY, è stato Pietro Millenotti di Novellara, Reggio Emilia, con una serie fotografica sull’Adriatica, la strada più lunga d’Italia, secondo premio a Vincenzo Floramo di Trieste con un reportage sui “The recyclers” migranti birmani che vivono in una grande discarica sul confine thailandese. I due lavori parteciperanno ora alla selezione finale di Portfolio Italia. Il Portfolio dell’Ariosto ha avuto numeri davvero ragguardevoli: 67 Autori partecipanti provenienti da tutta Italia, con oltre 140 letture effettuate dai sei qualificati lettori (Calvenzi, Erba, Evangelisti, Ferri, Merlak e Tani) nei due giorni della manifestazione. Davvero significativa la ricaduta nel settore dell’accoglienza con oltre 300 pasti nei ristoranti ed almeno 70 pernottamenti alberghieri, tanto che Sabato 6 non è stato possibile trovare posto ad alcuni ospiti. Una promozione per l’intero territorio arrivata su siti internet nazionali e di grande frequenza, ottima clientela anche per i negozi del centro storico. Le mostre sono state un frequentato obbiettivo per i numerosi turisti. Castelnuovo di Garfagnana è stato per alcuni giorni il centro della fotografia amatoriale italiana con una accoglienza curata ed attenta, un giudizio sui lavori presentati sereno ed onesto, che tanti sono quelli che ritornano ogni anno.

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