Premio Rodolfo Pucci “La Fibula d’oro” Anno 2002
La motivazione ufficiale:
“Attento osservatore del mondo fotoamatoriale, con i suoi libri, i suoi corsi formativi, le sue partecipazioni in qualità di giurato ai più importanti concorsi fotografici, ma soprattutto con le sue precise idee, promulgate con chiara e decisa determinazione, Sergio Magni può realmente essere considerato uno dei punti fermi della fotografia amatoriale italiana.”
SERGIO MAGNI di Giorgio Tani
Sergio Magni? …e chi è?
Vediamo se riesco a ricordare qualcosa.
E’ nato a Milano, dove ha lavorato, messo su famiglia e frequentato il Circolo Fotografico Milanese. I suoi studi iniziarono con le elementari, le medie, le superiori e finirono non so dove. Durante questo periodo crebbe ma non arrivò mai al metro e 95 sperato per entrare nella squadra di basket del rione. Crebbe però intellettualmente, tanto che, come molti che non sanno cosa fare per dare sfogo alle proprie smanie artistico-culturali, cominciò ad interessarsi di fotografia. Comprò (o gli fu regalata?) una macchina fotografica e fece alcune fotografie che nascose subito perché non gli piacevano. Iniziò allora, per pura rivalsa, a criticare le immagini degli altri, inventando, per non essere preso subito per il collo da chi gli chiedeva un giudizio, la tecnica “Lettura delle fotografie”. Così molti, di fronte a lui, si sono sempre sentiti come di fronte a un mago che legge le carte. Devo dire che questo lavoro lo ha sempre svolto con cognizione di causa, guadagnandosi una certa fama di persona che capisce se una fotografia è bella o no, o , lui preferisce dire così, se comunica o no qualcosa
Lo conobbi una trentina di anni fa, quando il suo aspetto era, come ancora oggi, piacente e il sorriso aperto e gioviale. Parola e battuta sempre facile e pronta, una caratteristica questa che gli ha sempre consentito di intrattenere gli iscritti ai corsi di fotografia senza annoiarli. Sapendo questo i vari circoli di tutta Italia lo chiamavano e in breve tempo divenne il primo cliente delle Ferrovie dello Stato. Al suo attivo va detto che non ebbe (e non volle) mai un rimborso superiore alle spese sostenute.
La sua “disponibilità” è proverbiale , quando lo cerco a casa sua moglie mi risponde quasi sempre che non c’è perché lo hanno chiamato in un paesino “non sa dove” o in qualche altro posto ancora più lontano. Così nella FIAF si è sempre abusato di lui. Non c’è circolo o socio che non lo conosca e che con lui non abbia scambiato almeno due parole. E’ un grande comunicatore. Ha scoperto infatti che non appena la gente si annoia bisogna risvegliarne l’attenzione con qualche battuta di allegria. Ci riesce, e alla fine, chi ha frequentato un suo corso o ha ascoltato una sua conferenza crede di averci capito qualcosa. In effetti ha l’insegnamento nel sangue.
La didattica evoluta è la sua specialità. Non c’è nessuno di noi, neppure io, che possa dire di non aver imparato qualcosa da lui.
Del Circolo Fotografico Milanese è stato presidente. Nella FIAF, vicepresidente. Nell’organizzazione ha svolto moltissimi incarichi. Suo è il metodo di insegnamento nel “Corso per giurati”. Da membro della Commissione Culturale passò a conformare e dirigere il DAC, Dipartimento Attività Culturali, inventando settori operativi specializzati e corsi di reportage “in città”.
La fotografia non è una disciplina difficile, c’è chi fotografa semplicemente facendo “clic” e chi, invece, vuol capire come e perché da una scatoletta più o meno complicata esce una fotografia. Durante i tanti corsi sostenuti come insegnante, Magni comprese che occorreva fornire gli allievi di un testo semplice e facile da consultare. Nacque così il “Corso di fotografia per principianti”. Dato alle stampe è divenuto subito un best-seller. Stampato in 3000 copie e ristampato altre tre o quattro volte è il nostro libretto di testo per i corsi tenuti dai circoli.
Nel DAC, che è il Dipartimento che offre “servizi” ai circoli, è riuscito a formare un gruppo di Docenti che svolgono, sul suo esempio, ogni forma di insegnamento. E’ stato così lungimirante da crearsi dei sostituti. Questo è bello perché vuol dire, con giusta misura, non rendersi indispensabili. Atteggiamento tipico dei “maestri”. E infatti, se qualcuno in FIAF, al di fuori della propria produzione fotografica, può meritare il titolo di “Maestro” questi è lui.
Il suo carattere è limpido e chiaro, se c’è qualcosa che non gli torna lo dice e lo dimostra. Solo una volta mi ha fregato, quando gli dissi “ fai tu il Presidente della FIAF” e mi rispose “no, devi farlo tu.”
Giorgio Tani
SERGIO MAGNI E RODOLFO PUCCI di Italo Adami
Rodolfo Pucci, alla cui opera e memoria è dedicata “La fibula d’oro” e Sergio Magni, al quale viene assegnata l’edizione di quest’anno, probabilmente non hanno mai avuto modo di scambiarsi opinioni.
Certamente Rodolfo conosceva Sergio: per i suoi libri; per l’importanza degli incarichi che la Fiaf gli ha conferito nel corso degli anni; per la sua partecipazione ai più importanti Concorsi Fotografici in qualità di giurato. Attento osservatore del mondo fotoamatoriale, forse Rodolfo conosceva anche quella piccola parte della produzione fotografica che Sergio, fotografo estremamente autocritico, ha voluto mostrare.
Forse Sergio avrebbe potuto incontrare Rodolfo in occasione di uno dei suoi innumerevoli viaggi presso i Circoli fotografici di tutta Italia. Ma non passò mai così vicino da poter incrociare Rodolfo in uno dei suoi pochi spostamenti.
Se il tempo si fosse più generosamente concesso con Rodolfo, il calcolo delle probabilità statistiche li avrebbe fatti incontrare ed il piccolo ed intenso cerchio di Rodolfo si sarebbe iscritto in quello grande ed altrettanto intenso di Sergio.
Così il loro incontro può avvenire solamente durante i “tempi supplementari”, in occasione della consegna della Fibula d’Oro 2002, il premio che abbiamo istituito per dare un riconoscimento ai “mediani” della fotografia, a coloro che , come Rodolfo, sono legati alla fotografia da una passione duratura, intensa e profonda.
E’ a coloro i quali mettono a disposizione le proprie capacità ed il proprio impegno in favore della passione di altri per la materia fotografica che è dedicato questo premio. Non ha importanza il prestigio e l’importanza della squadra dove militino. Il sudore è sempre uguale, correndo nella squadra di paese come di quella di una grande città; si può soffrire e gioire giocando per lo scudetto o per la salvezza in una categoria minore.
E’ ai rari ed insostituibili motori del movimento fotoamatoriale che noi dedichiamo la “Fibula d’oro”.
Pressoché coetanei, pur essendo nella Fiaf da decenni, Sergio e Rodolfo non si sono mai incontrati.
Ma, in modi probabilmente diversi e a livelli certamente differenti, sono uniti dalla stessa grande ed inesauribile necessità: la passione di trasmettere la passione per la fotografia.