2003 Antonio D’Ambrosio

Premio Rodolfo Pucci “La Fibula d’oro” Anno 2003

MOTIVAZIONE

Fotografo eclettico di vasta cultura fotografica, è nello stesso tempo impegnato animatore e promotore dell’associazionismo fotografico, con modestia e grande disponibilità, trasmettendo entusiasmo e voglia di fare. Legatissimo al proprio territorio, ne ha evidenziato le caratteristiche peculiari in svariati lavori, anche assai impegnativi e qualificati.

CURRICULUM VITAE

Antonio D’Ambrosio nasce a Empoli l’11 Aprile 1955.

Inizia a fotografare all’età di 23 anni. Si trasferisce a Castelfiorentino nel 1982, dove tutt’oggi vive e lavora e dove è presidente del locale gruppo fotografico “Giglio Rosso”.Nel 1994 presenta la sua prima mostra personale “Ho incontrato dei bambini”.Nel 1995, in collaborazione con l’Ufficio di Stato per il Turismo di San Marino, espone: “San Marino: l’emozione di un istante”.Nel 1996, in occasione degli incontri internazionali di fotografia a Arles (Francia), molte sue opere vengono selezionate dal critico  J.C. Lemagny  ed entrano nella collezione della Biblioteca Nazionale di Francia  a Parigi.Nel 1997 tiene la mostra “Io fotografo, tu fotografi”.Nel 1998 dà alla stampa il libro “Elsa, un fiume”, patrocinato dalla Regione Toscana, dalle province di Firenze e Siena, un libro di 130 splendide foto in b/n realizzate con banco ottico.Nel 2000 in occasione di Mercantia, espone a Certaldo immagini della stessa manifestazione, con il relativo catalogo edito dal Comune.Nel 2002 ha esposto a Cortona “Panorami umani”, mostra che vuole rappresentare gli uomini come attori involontari nella scenografia unica del teatro che è l’Italia.Si è distinto in numerosi concorsi fotografici nazionali ed internazionali ed ha partecipato in mostre collettive in varie parti d’Italia. Le sue immagini sono state utilizzate per illustrare racconti di storie locali; ha prodotto foto per cataloghi d’arte e per la promozione del territorio; da sei anni produce un calendario sul territorio di Castelfiorentino con foto in formato panoramico. Sta per uscire un libro fotografico sulla pieve di S. Maria a Chianni su commissione del Comune di Gambassi Terme. Il suo ultimo lavoro è una ricerca notturna nei vicoli di Siena.

ASSOCIANDO…

Giochiamo ad associare.
Ftografia = ricerca; fotografia = denuncia; fotografia = racconto; fotografia = documento. Fotografia = memoria; lotta impari all’oblio.
L’ultima associazione trova diffusa e popolare applicazione.
Un cassetto pieno d’immagini riposte alla rinfusa, parenti e amici, gite e cerimonie; al muro il sorriso del nipotino dentro un cornice a giorno; sul comò un rettangolo d’argento riempito da nitide figure di nonni; nel portafoglio la foto-tessera del figlio.
Oppure: l’album di famiglia. Soggetto: il tempo e i posti vissuti, storie minime da far vedere ai figli per donar loro, quando e se la vorranno, la vita prima della loro vita.
Fotografia di supporto alla memoria, finché ci sarà bisogno di evocar memorie; finché e se, scrutando innanzi, ancora l’uomo riterrà opportuno girarsi indietro.
Continuiamo ad associare.
Fibula come stretto legame. Fibula come simbolo. Fibula come Rodolfo Pucci. Fibula come rievocazione e proposizione di valori. Fibula come lotta impari all’oblio. Fibula come fotografia. Fotografia a soggetto: ricordare, far vivere, a volte rivivere, scoprire, a volte riscoprire, sottolineare i valori dei “mediani” della fotografia.
Mediano della fotografia: appassionato conoscitore del mondo della fotografia; intrecciatore di relazioni, creatore di  situazioni e di supporti utili allo sviluppo del movimento fotoamatoriale. Ricercatore e diffonditore di cultura fotografica, di idee e di talenti.
Nota: anche fra i mediani esistono gerarchie. Alcuni divengono famosi e nobili: Franz Beckenbauer, sontuoso centrocampista tedesco anni ’70; Gabriele Oriali, campione del mondo ’82 e celebrato dal Ligabue cantautore.
Poi ci sono i mediani dal nome sconosciuto, apparentemente privi del benché minimo valore simbolico.
Ma l’equazione più fama più valore è sempre  da condividere?
Ha qualche importanza  conoscere il nome della ragazza afgana ritratta da McCurry?
Il Circolo Fotocine Garfagnana, con la fibula intende “scattare” una fotografia, di anno in anno cambiando ottica e punto di ripresa, cercando di sviluppare, edizione dopo edizione, un discorso sui valori portati da tutti quei “mediani”, che, ognuno a suo modo e con proprie peculiarità,  con atteggiamento aperto, propositivo ed attento sia alla storia del movimento che alle istanze emergenti, contribuiscono alla crescita locale e complessiva del mondo fotoamatoriale.
Il nostro teleobiettivo, quest’anno ha cercato di inquadrare una tipologia di mediano-fotoamatore “in evoluzione”, sia come approccio alla ricerca del linguaggio fotografico sia per la profondità delle relazioni con il territorio di appartenenza  sia come qualità e apertura culturale rispetto alla complessità del mondo fotoamatoriale e non.
L’abbiamo fatto, non potrebbe essere altrimenti, osservando all’interno del panorama che ci si offre.
L’abbiamo fatto, non lo vogliamo celare, tenendo in considerazione questo ben preciso momento dell’attualità fotoamatoriale, caratterizzato dal  prepotente tentativo di affermazione, favorito dalle nuove opportunità offerte dal digitale, di estetizzanti concezioni pittorialistiche e salonistiche sempre in agguato nel mondo della fotografia amatoriale italiana.
Perciò abbiamo voluto dare evidenza a chi, rifacendosi al neorealismo italiano e alla fotografia umanistica francese e americana, coglie l’essenza dell’arte della fotografia-ricerca intorno all’uomo  promovendone i valori più alti e complessi.
Finendo per associare, la Fibula d’oro 2003 non poteva che essere assegnata a Antonio D’Ambrosio, presidente del Gruppo Fotografico Giglio Rosso di Castelfiorentino.Italo Adami   –  Circolo Fotocine Garfagnana b.f.i.

2020-05-30T14:41:49+02:00

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