Mostra collettiva “PLURALE,SINGOLARE” , mostra con patrocinio FIAF n. M9/05, di 12 autori, Castelnuovo di Garfagnana, Sala Suffredini dal 12 al 20 Marzo 2005. Ogni autore partecipante ha a disposizione uno spazio, che può fotograficamente riempire liberamente, per formato delle immagini, temi e numero di foto.

Hanno preso parte alla mostra….

Italo Adami AFI – “Alcuni pittori di Castelnuovo” – In un contesto fecondo di maestri del pennello, una analisi molto sottile che sottolinea, nell’apparente minimo comune denominatore, differenze abissali che solo l’arte vera riesce a “comprendere”. Il contenitore” povero” fotografico bianco e nero, funziona quasi da esaltatore di sapore, forzando naturalmente le differenze personali e stilistiche.

Stefania Adami AFI – “Provvisoria…mente” – L’uso abile del mezzo, che mentre fissa il soggetto oggetto, già lo rende diverso e trascorso.
Un tentativo meritevole di rendere dinamico un mezzo che normalmente viene considerato statico, sia come luogo che come tempo (dove/quando). Viene sottolineata così la totale provvisorietà delle cose nel perenne, arduo percorso verso la perfezione.

Samuele Bianchi – “Ai margini” – Persone comuni sdraiate sull’asfalto ai margini della strada. Questo non per raccontare grandi tematiche sociali, ma per portare attenzione alle piccole sofferenze individuali. Stare ai margini della strada, quindi, è come stare ai margini di una società con cui abbiamo, anche per un solo momento, interrotto un dialogo. Raccontare quella condizione che a volte ci fa sentire «fermi e trasparenti» di fronte a una vita che corre frenetica, che dura fatica a soffermarsi sull’individuo. Sdraiarsi sull’asfalto può provocare sentimenti fastidiosi, la strada è sporca, ruvida e pericolosa. Il risultato è una sensazione di vulnerabilità.

Gabriele Caproni – “Rispetto per la forma” – La scelta di un soggetto abbastanza insolito, poco “controllabile”, ha favorito (forzato) un impegno diverso e infine un linguaggio più crudo e scarno dell’autore, che tuttavia ha realizzato un contatto diverso e nuovo con il soggetto, a tutto favore della forma espressiva.

Cristoforo Da Costa -“Colori e riflessi” – Colori, suoni, sfumature, toni e riflessi kafkiani. Creature inconscie e astratte. L’anarchia. Perché solo i creativi sanno gestire bene il caos.

Maurizio Donati – “Una vita con la penna” – Il mondo affascinante, serissimo e scanzonato nello stesso tempo, che ci parla di sano cameratismo, amore eterno per il “corpo”. Una maniera di prolungare all’infinito una sana maniera, di vivere una vita impreziosita da una indimenticabile esperienza umana.

Pietro Guidugli – “Week end sull’Adamello” – Una maniera duplice di uscire dalla vita circoscritta da luoghi e tempi scanditi da “altri”. Ritrovare nella natura più inospitale propri spazi, per ritrovarsi in ritmi diversi perché “naturali”. E la fotografia, grande amore, come compagna e custode della memoria. Per non rischiare di pensare di aver sognato…

Anita Lenzi- “Racconta l’attimo” – Vagando, scivolando dentro, insieme alla materia, incontrando l’uomo. Il suo mondo. Incorniciato o costretto da linee molto particolari. Così l’autrice può incontrare se stessa. Il suo mondo. Costretta o aiutata da linee mentali sempre più precise. Racconto fuggente di un attimo. Attimo fuggente per un racconto.

Simone Letari- “Stampe fatte in casa” – La più attuale delle forme di espressione, la fotografia digitale, per rivisitare luoghi, forme e colori con un procedimento completamente autonomo e “casalingo” che in fondo riscopre la vera vocazione dei pionieri del mondo della fotografia

Gigi Lusini – “La prima verità è uguale all’ultima” – L’uso del mezzo fotografico, per sottolineare ancora una volta il potente filo che lega fotografia e zen. La relatività e la casualità che dispone degli elementi in modo da apparire diversi, viene annullata da un semplice “stratagemma” tecnico. E, in fondo, la grana è la stessa. Pulvis eris …..

Luciano Pieri – “Noi… fotografi” – Nel peregrinare “fotografico” nei posti più sperduti e diversi, il piacere intellettuale di incontrare gente così lontana e così vicina, grazie all’uso comune del magico apparecchio. Quasi un viaggio nell’anima.

Tommaso Teora – “100 anni di appetito” – Uno stile. Un “motivo” semplice, diventa il filo conduttore di una carrellata ideale fra generazioni che, “rassicurando” al solito l’autore, gli permette di presentare uno dei suoi mirabili spaccati di umanità.