“I BAMBINI COLORANO IL MONDO” di Stefania Adami

Eri Bambino, / di sorrisi e giochi / stampato il visino, / di macerie e fuochi / ricolma la stanza, / di dolore e morte / solcata la speranza. / Silenzio. Lo sento forte!

Torna Bambino! / Colora di Vita  / questa Terra fredda e indebolita, / questo Mondo piccino piccino / dal cuore scosso. / Dipingilo spesso / e fallo a più non posso.

Ce n’è bisogno. ADESSO!

Le fotografie sono scattate a Fornoli (Lu), nel 2011, durante l’evento di pittura per bambini che ogni anno si svolge in strada e conosciuto come: “Tutti i colori del mondo”.
Sono realizzate con macchina fotografica compatta Ricoh GRdigital ad obiettivo fisso, ricorrendo a forti sovraesposizioni in fase di ripresa. I Files Raw, sviluppati su programma Lightroom di Adobe, non sono mai stati stampati prima del 2017.
La poesia è stata ispirata dalle stragi di bambini avvenute per mano della guerra, in particolare dalle atroci morti occorse in Siria, ad Aleppo, nell’aprile del 2017.

“TANGO. ZBIGNIEW RYBCZYŃSKI (1980)” di Samuele Bianchi, Simona Lunatici

Nel 1983 il regista polacco Rybczynski vince l’Oscar per il miglior cortometraggio con un lavoro di animazione dal titolo Tango. Un video di 8 minuti, ambientato in un’unica stanza, nella quale entrano più personaggi che vivono quel medesimo spazio in maniera del tutto indipendente, sovrapponendosi l’uno sull’altro nei loro movimenti, ma di fatto senza incontrarsi mai.
Lo studio di questo video è stato un aiuto fondamentale per il lavoro in mostra che nasce da una riflessione sul modo di vivere ed osservare lo spazio che ci circonda: ognuno di noi si muove quotidianamente in un ambiente condiviso con altre persone, lo frequenta per esigenze e motivazioni del tutto personali e lo osserva in modo sempre diverso, avendone una percezione intima che è unica anche quando, apparentemente, ci sembra di vedere le stesse cose che vedono tutti gli altri.
I dittici esposti sono costituiti da immagini prodotte da due autori diversi che, in maniera del tutto casuale, sebbene all’interno di un lavoro comune, si sono ritrovati ad avere fotografie molto simili, in alcuni casi quasi identiche sul piano puramente descrittivo.
Così come nel video anche in questo progetto emerge il fatto di muoversi in uno stesso spazio definito, di percorrerlo, osservarlo a volte in modo più lontano a volte più vicino fino ad arrivare ad una sovrapposizione senza mai incontrarsi.
Vuole essere un invito a riflettere su alcuni aspetti che nel vivere quotidiano possono essere scontati: non è certo un evento eccezionale fare la stessa immagine, così come avere lo stesso pensiero o dire la stessa cosa…tutto più o meno nella normalità. Le chiamiamo coincidenze, a volte sorridiamo di questo, ma se ci mettiamo a pensare a cosa scatena certe dinamiche allora la riflessione può diventare più interessante.

 “LA VANA ATTESA”  di Gabriele Caproni

Nell’estate 1944 la Linea Gotica attraversava la Media Valle del Serchio nei pressi di Borgo a Mozzano, dove l’organizzazione Todt aveva costruito una serie imponente di trincee, campi minati e bunker anticarro scavati nella roccia, per bloccare l’offensiva Alleata.
A fine settembre 1944 i tedeschi arretrarono le loro posizioni difensive in Garfagnana, per timore di venire accerchiati. Tutto quanto poderosamente costruito rimase perciò in una vana attesa, senza essere intaccato dalla guerra e consegnato a noi come memoria.

“I’M IN A NEW YORK STATE OF MIND” di Valeria Coli

New York 2016

“IDROSTATICA IDRODINAMICA” I fotografi che inseguono l’acqua di Iris Gonelli

L’acqua è creatrice di orizzonti, disegna quell’infinito campo chiamato mare ed è su questo che i fotografi dell’attesa coltivano il sole; anch’io amo raccoglierne i frutti come il riverbero mattutino e l’oro prima del tramonto. L’acqua tuttavia fluisce anche senza il fotografo, scivola via esplorando gli opposti luoghi di quiete e inquietudine, talvolta è intrappolata nel grembo della montagna e poi evade al mare, con una frizzante esplosione di energia.
In posti e circostanze diverse c’è sempre un fotografo pronto a sottrarre all’acqua la sua naturale creatività.

 “COLTIVARE SOPRA LE NUVOLE” di Pietro Guidugli

Coltivare un vigneto di Riesling a 1050 m sul livello del mare a Careggine con vista mozzafiato e frontale all’Omo Morto, alle Panie.
Con metodo biodinamico quindi con attenzione alla pianta, alla natura, all’ambiente.
E insieme piccoli frutti: fragole, lamponi, ribes e poi bacche selvatiche, abete e le erbe raccolte nei campi. Un’avventura che tre enologi versiliesi con esperienze in aziende rinomate, stanno affrontando con entusiasmo, calma olimpica e tanto cervello, oltre che con sacrificio. Sono “La Maestà della Formica” in quel di Careggine.

“RIVER BEACH”. IT’S CLOSING TIME di Simone Letari

Settembre.  L’estate in Garfagnana è finita e con essa la stagione balneare in riva al Serchio e ai suoi affluenti. Rimangono, ormai, solo poche tracce che hanno un sapore di altri tempi, ma che a ben guardare testimoniano un rapporto dell’uomo col fiume che continua ancora oggi.
Piccoli interventi spontanei che si adeguano all’ambiente fluviale senza stravolgerlo, nati dalla necessità di regalarsi qualche momento di genuino divertimento: un po’ di riposo, un barbecue con gli amici, un tuffo in barba ai divieti di balneazione, senza dimenticare la pesca.
La calura d’agosto è finita, tornano le piogge. It’s closing time.

Torrente Esarulo, Pieve Fosciana (LU), 2015 / Fiume Serchio, loc.Sambuca – San Romano (LU), 2015 / Fiume Serchio, Filicaia – Camporgiano (LU), 2015 / Fiume Serchio, Pontecosi – Pieve Fosciana (LU), 2015

LA “PASSIONE” DEL GIUBILO    di Gigi Lusini

Adoro Hieronymus Bosch. Mentre nei primi del ‘500 i massimi Artisti “nostrani” si cimentavano nella ricerca sempre più raffinata della Prospettiva e la Bellezza (e sempre un po’ intellettualmente reverenziali verso l’Autorità religiosa) LUI esprimeva i suoi incubi con figure degne del Popolo di Dagon del “vate” Lovecraft (ma ben 400 anni più tardi…)
Sempre, o quasi, fondi scuri o neutri, piatti, dove “…le figure si proiettano su un unico piano, prospettive abolite e solo le teste creano una composizione che manca di masse e di volume..” (G. Dorflès) I personaggi, col volto spesso scuro, con smorfie e distorsioni quasi caricaturali che lasciano trasparire indoli e passioni diverse, riversano i loro “sentimenti” (anche conflittuali talvolta) in una scena dove il GIUBILO per la Vittoria viene messo a duro confronto con il “POVERO CRISTO” (Cristo porta Croce è il secondo titolo dell’Opera di Bosch), unico e idealmente solo. Raccolto e “lasciato” solo da una “Moltitudine di Egoismi”. Unico anche con gli occhi chiusi. (come il Cristo di Bosch) che bacia il “simbolo” della Sua Croce. Sintesi quasi giornalistica, anche se simbolica, di un Palio travagliatissimo. Anzi 2, vinti nello stesso anno 2017 e dallo stesso Povero Cristo, il Capo della Contrada che in mancanza di Capitano, che le elezioni non riuscivano a scegliere, ha dovuto per motivi legali farne le veci, in una nemesi tragico/ironica.
Ritengo questa mia “interpretazione” di un evento che, specialmente “di fuori” si è abituati a vedere come una Festa, sia la miglior risposta a chi pensa che il Palio di Siena sia un turistico, folcloristico passatempo “nostalgico”. Invece del “peccato originale” dei Senesi. (Gigi LUSINI)

“VITESTESE” di Daniela Marchi

A volte ci catturano lo sguardo, altre volte nemmeno li vediamo. Sono i panni stesi. Osservandoli, possiamo capire chi vive in quella casa, donne, uomini, bambini, che lavoro fanno, persone sole o famiglie numerose, le passioni e le piccole manie. ViteStese, al di là della scena, in assenza, la nostra vita stesa al sole.

“L’OMBRELLO” di Mauro Prontelli

Il tema prosegue sulla stessa strada dello scorso anno. Stavolta con sei scatti in alcuni luoghi caratteristici di Castelnuovo. Sempre comunque collegati tra loro dal fatto di essere stati effettuati in serate di pioggia con i relativi effetti multicolori provocati dalla stessa.  Da qui il titolo l’ombrello.

“BARGA SENZA BARGA” di Marco Venturi

Barga si identifica oggi nel suo centro storico, Bargeo è chi vive dentro le mura, diverso da Barghigiano, che vive fuori.
Se un domani un evento sismico compromettesse questo nucleo originario/identitario, rendendolo una invalicabile zona rossa chiusa a cittadini e turisti, in quali luoghi potrebbe allora identificarsi Barga? Ci ho riflettuto e li ho fotografati, oggi.

INCONTRO CON ALBERTO SILVESTRI

venerdì 12 maggio, nell’ambito di “Plurale, Singolare 2017” presentazione del libro “Il Giorno della Luminara” di ALBERTO SILVESTRI, primo lavoro curato dall’Associazione Culturale No-Profit “Labirinto dell’Immagine”: dopo una breve proiezione di alcune significative immagini tratte dal libro, l’attento pubblico presente ha potuto visionare le stampe “originali” del lavoro e conversare con l’Autore.
Dopo la consegna degli attestati ai partecipanti al Corso Fotografia 2017 l’interessante e bella serata si è conclusa con con i saluti (con scambio di doni) tra ALBERTO SILVESTRI e il Presidente del “Gruppo Fotocine Garfagnana” PIETRO GUIDUGLI BFI: un brindisi di commiato tra tutti i presenti ha chiuso la serata.